Professionalità o consapevolezza?

“Sulla stessa linea di mira la mente, gli occhi e il cuore” (H.C. Bresson)

Al netto del valore tecnologico, della strumentazione utilizzata che si auspica possa essere la migliore possibile, cosa distingue due fotografie scattate con lo stesso strumento? Pensiamo a un comune iPhone: cosa differenzia la foto scattata da un bimbo di 4 anni da quella scattata da un adulto?

La differenza tra l’immagine di un “addetto ai lavori” e quella di un comune osservatore è simile al paragone del bimbo e dell’adulto. Mettere a frutto tale consapevolezza – concetto che include i valori dell’esperienza, della conoscenza tecnica, della conoscenza in generale, della gestione dei colori e della luce, della capacità di leggere la realtà con l’intenzione di offrire un racconto completo ed esaustivo – porta a risultati “misurabili e tangibili”.

Un occhio più consapevole è capace di unire estetica e informazione e farà la differenza nel risultato finale.

La cosiddetta “bella immagine” è estranea al concetto di professionismo, che punta piuttosto a utilizzare “buone immagini”. La bella immagine è per sua natura un esercizio narcisistico fine a se stesso e tendenzialmente vuoto di contenuto. Può raggiungere il suo scopo nell’approvazione degli amici, nella vincita di un concorso del dopolavoro, nel numero dei like sui social, pur con tutta la sua dignità.

Nel nostro caso l’immagine non solo deve stupire, deve anche e soprattutto raccontare, richiede un senso e diversi piani di lettura. Beninteso, anche questa immagine deve essere bella.

C’è differenza tra fotografia e racconto. Lo stesso racconto presuppone un’osservazione critica che si alimenta del dubbio, che si traduce nelle tante domande che ci facciamo e stimola quella curiosità con la quale ascoltiamo e accogliamo i consigli.  La mia missione é quella di aumentare il grado di consapevolezza con tanta voglia di conoscere ancora, e ancora imparare. Credo che a questa riflessione possa aderire un riferimento biblico del Libro dei Proverbi (12:15): “La via dello stolto è diritta ai suoi occhi, ma chi ascolta i consigli è saggio.”

Francesco

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